Nel 1999 Marc Benioff lanciava la campagna “End of Software”, una dichiarazione audace e autentica che ha reso immediatamente chiaro il messaggio disruptive di Salesforce, nata proprio l’8 marzo di quello stesso anno. La sua visione era rendere le applicazioni software più facili da acquistare, semplici da usare e, soprattutto, più democratiche, poiché andava a eliminare la complessità nell’installazione di tutti i futuri aggiornamenti.
Nasceva il concetto di Software-as-a-Service (SaaS), ovvero l’idea di vendere alle aziende una soluzione semplice da implementare e affidabile attraverso il cloud. Un modello che oggi sembra ovvio, ma che 20 anni fa era impensabile, al punto che Benioff stesso ricorda nella propria biografia che non esistevano nemmeno le parole per descrivere la rivoluzione del cloud computing.
A 20 anni di distanza ci troviamo di fronte a un mercato cloud che è complesso e spesso frainteso. Il software non è morto, ma si è trasformato e si è evoluto, alimentato dal cloud computing e dall’accessibilità. Con così tanti servizi, strumenti e prodotti disponibili sul mercato, è diventato difficile per le aziende tenere il passo di tutte queste innovazioni e capire quali sono le più adatte alla propria attività.
20 anni dopo: Salesforce e i propri clienti alla prova della Quarta Rivoluzione Industriale
Siamo nel pieno della Quarta Rivoluzione Industriale, un’incredibile ondata di innovazione e tecnologia che sta radicalmente trasformando le nostre economie, le nostre società e le nostre vite quotidiane. Come parte di questo, Salesforce vuole contribuire ad alimentare questa trasformazione consentendo alle organizzazioni in tutto il mondo di offrire ai propri clienti – che non sono mai stati così connessi, informati o esigenti – una customer experience eccezionale.
Ma la vera e forse la più grande innovazione di Salesforce è stata la scelta di integrare la CSR (Corporate Social Responsibility) nel proprio DNA nella forma del modello 1:1:1. L’idea alla base è tanto semplice quanto coraggiosa ed efficace: prevede che l’1% delle ore lavorative, l’1% del capitale azionario e l’1% dei prodotti vengano donati ad associazioni no-profit. Fu proprio Marc Benioff a ideare questo modello di capitalismo inclusivo, inserendolo sin dal primo giorno come parte integrante dello statuto aziendale di Salesforce. Una scelta decisamente lungimirante nel 1999, a maggior ragione se si pensa che il concetto di CSR sarebbe nato solo due anni più tardi.
Da quell’8 marzo, l’orientamento di Salesforce è sempre stato quello di contribuire alla creazione di un mondo migliore, basato su valori chiave: fiducia, successo dei clienti, innovazione e uguaglianza. E sono proprio questi valori, che ci accompagnano ogni giorno, che vogliamo celebrare con questo anniversario. Perché Salesforce non solo ha gettato le basi per un business straordinario, ma ha di fatto cambiato il modo di fare business per sempre, rendendolo più umano, consapevole e simile a noi.
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