Una storia di lungimirante imprenditorialità: fra le tante definizioni possibili, questa rende bene l’idea di un’azienda che nasce, nel 2003, dall’incontro di due storiche famiglie dell’arte molitoria, il Molino Agugiaro e il Molino Figna, fondati rispettivamente nel 1831 a Curtarolo (in provincia di Padova) e nel 1874 a Valera (in provincia di Parma). Agugiaro & Figna Molini è oggi il gruppo italiano di riferimento nel settore della macinazione del grano tenero, con stabilimenti in tre regioni e un modello di gestione che fa della condivisione delle competenze e dell’innovazione tecnologica i cardini per guardare al futuro con ottimismo. Fermo restando la missione tramandata per oltre un secolo dalle due famiglie: portare in tutto il mondo farine e semilavorati di eccellenza. Ne ho parlato con Edoardo Vernetti Prot, Direttore Generale della società emiliana.
La vostra storia riflette un percorso di evoluzione all’insegna del concetto de “l’unione fa la forza”. Le dimensioni sono sempre di più un elemento critico per poter competere, soprattutto a livello internazionale?
Lo erano già 20 anni fa, lo sono per certi versi da sempre. Nel nostro caso, per operare nei diversi canali di vendita su scala nazionale ed internazionale e fronteggiare i grandi operatori del settore e la concorrenza, dovevamo necessariamente disporre di massa critica. Oggi l’effetto consolidamento sul mercato internazionale rende questa componente ancora più decisiva se si vuole continuare a vendere con successo il made in Italy in ambito alimentare. La dimensione ha quindi un significato importante, che obbliga a una gestione dell’impresa che sappia garantire un livello di qualità e di servizio di eccellenza. E solo un’azienda che ha risorse, competenze, personale qualificato e strutture può raggiungere questo obiettivo.
Si dice che la trasformazione digitale sia un passaggio obbligato per rimanere competitivi: Agugiaro e Figna come la interpreta?
Operiamo in un settore tradizionale come la macinatura del grano, ma è necessario farlo in chiave moderna e con il supporto della tecnologia. I nostri mugnai, per esempio, lavorano anche davanti allo schermo di un pc e grazie al telecontrollo possono governare in modo completamente digitalizzato il processo produttivo. La tecnologia, in altre parole, è uno strumento fondamentale per mantenere la tradizione nell’epoca in cui viviamo e per migliorare il rapporto con i clienti diretti, che sono i distributori del mondo Horeca, e con gli utenti finali, e quindi panificatori, pizzaioli, pasticceri e non solo. Il nostro compito è capire e soddisfare le esigenze di tutti gli attori della filiera.
Spesso nelle Pmi (soprattutto quelle produttive) manca però la percezione del valore della tecnologia come leva di cambiamento: c’è un vademecum che suggerirebbe ad altre aziende?
Sono fermamente convinto del valore della tecnologia come strumento per gestire le attività a basso valore aggiunto, ordinarie e ripetitive e, soprattutto, per combinare le informazioni che normalmente non sono condivise fra le diverse aree aziendali. Solo così si può aumentare il livello di efficienza. La tecnologia, non va assolutamente dimenticato, deve valorizzare la competenza umana, che non deve snaturarsi bensì conservare la propria identità, e contribuire a ridurre i costi per garantire la sostenibilità dell’impresa.
Si parla spesso di supply chain ecosistemi intelligenti e vi siete affidati al Crm di Salesforce: cosa vi aspettate da questo progetto?
Conoscere meglio i clienti e sviluppare nuovi prodotti, rispondendo in modo reattivo e predittivo alle loro richieste, ottimizzando la gestione e i processi e aprendo al possibile utilizzo dell’intelligenza artificiale come supporto all’intelligenza umana. La nuova collaborazione con Salesforce prevede l’implementazione di un nuovo e moderno sistema di raccolta, centralizzazione ed elaborazione dei dati che ci consentirà di comprendere in modo più approfondito i bisogni specifici dei nostri interlocutori diretti e di chi con le nostre farine opera quotidianamente. L’intero percorso di trasformazione digitale si basa sull’adozione di soluzioni Salesforce, tramite le quali possiamo gestire anche l’introduzione di nuovi prodotti e referenze a catalogo senza apportare modifiche alla catena di distribuzione. Il tutto grazie a una qualità del dato di livello superiore.
Cosa ne pensa del rapporto tra sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica?
Come azienda ci crediamo fermamente. Viviamo in un pianeta che abbiamo fin troppo sfruttato e la tecnologia ci può aiutare a rispettare meglio l’ambiente e a preservarlo. Il digitale impatta sui processi di lavorazione delle materie prime e permette di monitorare e di gestire in maniera più efficiente ed efficace le produzioni agricole. L’agricoltura tech è, infatti, una prova evidente di relazione fra innovazione e sostenibilità, perché punta a mantenere gli stessi livelli di produttività senza pregiudicare ulteriormente la salute delle colture. Il progetto di una vita più sostenibile, passa del resto anche dalla possibilità di lavorare in campagna con i più potenti mezzi tecnologici oggi disponibili.
Se le dico ESG cosa le viene in mente? Siete in qualche modo già impegnati su questo fronte?
Noi crediamo possa essere un valore. Gli investimenti per rendere più sostenibile dal punto di vista ambientale l’azienda vanno proprio in questa direzione, vedi per esempio il Bosco del Molino, 18.000 alberi piantati su 13 ettari nei pressi dello stabilimento di Collecchio per assorbire la Co2 emessa dagli stabilimenti del gruppo, o il progetto in corso d’opera a Curtarolo dell’Orto del Mulino, finalizzato a conservare la biodiversità delle erbe aromatiche. Un’azienda può essere ESG comprando certificati di Co2 generati in altre parti del mondo, noi vogliamo esserlo sul nostro territorio. Per noi è altrettanto importante valorizzare la comunità legata all’azienda e le persone che vi lavorano.
Agugiaro & Figna si considera un trailblazer, un apripista? E perché?
Lo siamo dal punto di vista commerciale: operiamo in un settore commodity e negli anni ’80 la proprietà ha deciso di innovare trasformando in un marchio con precise caratteristiche associate, Le Cinque Stagioni, un prodotto che fino a quel momento era considerato indifferenziato; da quel momento molti altri operatori del settore hanno seguito questa strada. Da anni facciamo lo stesso anche in ambito digitale, facendo branding sui canali social, con l’obiettivo di curare la reputazione del marchio attraverso l’evidenziazione della qualità delle miscele di grano che portano al prodotto finale e la formazione degli operatori.
Vuoi saperne di più sulle strategie di innovazione dei nostri trailblazer? Leggi le loro storie nella sezione “CEOs Conversation”!